Come Antigone

La scena si apre con l’evocazione della guerra nella quale Eteocle e Polinice, fratelli, si sono dati la morte l’un l’altro nel combattere per il trono di Tebe. Antigone, sorella dei due, informa l’altra sorella Ismene che Creonte, il nuovo re della città, ha ordinato di seppellire con tutti gli onori funebri il corpo di Eteocle, considerato eroe difensore della città, lasciando invece insepolto il corpo di Polinice, il traditore, seconde gli usi dell’epoca. Antigone afferma che cercherà di dare comunque sepoltura a Polinice, sfidando l’ordine del re, ascoltando le leggi del cuore…

La tragedia greca può apparire difficile eppure il desiderio di affrontarla è nato proprio da un gruppo di giovanissimi, che ha realizzato con grande coinvolgimento emotivo questo spettacolo, con l’intento di suscitare una riflessione sui diritti civili ed umani, e rivolgersi ai propri coetanei in maniera diretta, semplice e profonda allo stesso tempo, utilizzando soprattutto la suggestione delle immagini.

Della celebre tragedia di Sofocle, lo spettacolo mantiene solo la prima parte ed alcuni elementi essenziali, su cui il gruppo ha riflettuto e lavorato: l’eterno conflitto fra le ragioni di Antigone – depositaria dei vincoli affettivi e dell’autodeterminazione – e le leggi che regolano la società, che esigono obbedienza uniforme ed incondizionata; lo scontro fra generazioni diverse; il conflitto uomo/donna; i temi della ribellione e della sottomissione.

Alle poche parole tratte dal testo originale, di una incredibile modernità, si sovrappongono voci, testi ed azioni dei ragazzi, rendendo quella di “Antigone” una storia intramontabile e senza tempo.

 


Regia: Anna Rita Pizzioli e Damiano Scarpa

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